Insegnamento: Advanced Software Engineering – Corso di Laurea Magistrale in Informatica e Networking, Corso di Laurea Magistrale in Informatica e Corso di Laurea Magistrale in Cybersecurity (mutuazione)
Docenti: Antonio Brogi e Stefano Forti
Dipartimento: Informatica
Strumenti e Metodologie: Microsoft Teams, metodologia didattica SCALE-UP
Descrizione
“Il ruolo dell’insegnante è quello di creare le condizioni per l’invenzione piuttosto che fornire conoscenze bell’e pronte.”
Seymour Papert
Tra le metodologie per l’apprendimento attivo in ambienti appositamente progettati, SCALE-UP (Student Centered Active Learning Environment with Upside-Down Pedagogies) [1,2], si basa sull’idea di dare agli studenti un argomento interessante da investigare con problemi da risolvere. Mentre questi lavorano in squadra per completare l’attività assegnata, i docenti possono muoversi per la classe e favorire il processo di apprendimento con domande e suggerimenti. SCALE-UP separa il concetto di lezione frontale da quello di laboratorio e favorisce la discussione in piccoli gruppi all’interno della classe. SCALE-UP può adattarsi a classi con grandi numeri.
Il progetto speciale per la didattica SAI-D+ (Supporti e Strumenti per l’Apprendimento Integrato e Digitale), svolto nell’a.a. 2021/22, ha integrato le lezioni frontali in presenza dell’insegnamento di Advanced Software Engineering con attività SCALE-UP offerte online, utili anche a formare gli studenti con le nuove competenze e conoscenze necessarie ad affrontare le modalità agili ibride da casa/in ufficio che sempre più caratterizzano il mercato del lavoro dell’Informatica e dell’ingegneria del software. L’utilizzo di strumenti digitali ha permesso di costruire un ambiente digitale di collaborazione agile e scalabile, senza dover convertire le aule tradizionali in aule per l’apprendimento SCALE-UP.
Durante i laboratori online, la lezione tradizionale è stata limitata il più possibile alle motivazioni e a considerazioni sul contesto generale che gli studenti non sarebbero riusciti a ricostruire senza conoscere l’intero programma del corso. La classe si è “capovolta” (flipped) rispetto alla concezione tradizionale in quanto gli studenti:
- (i) sono divenuti anche mentori alla pari,
- (ii) hanno appreso da soli studiando il materiale didattico in autonomia e risolvendo esercizi, anche prima o dopo lezione, sotto la guida di esperti,
- (iii) gli studenti hanno prodotto materiale didattico (codice, report, presentazioni al gruppo).
Durante la sperimentazione, il docente è stato affiancato da studenti tutor esperti in grado di supportare lo svolgimento dell’attività, muovendosi tra gli oltre dieci tavoli digitali, strutturati come canali di Teams. La sperimentazione ha previsto anche sessioni con l’intero gruppo classe per introdurre metodologie di lavoro collaborativo, discutere gli argomenti trattati e fissare i concetti principali e/o quelli meno chiari. Infine, l’uso di SCALE-UP è stato combinato con la valutazione continua degli elaborati degli studenti e con prove di verifica, concorrenti alla valutazione finale dell’esame e atti a monitorare il livello di apprendimento della classe durante il corso.
Considerazioni finali/lessons learnt
SCALE-UP e la modalità blended sono stati utili per stimolare un apprendimento attivo e collaborativo in un ambiente di costruzione del sapere aperto e inclusivo [3]. Senza dubbio, la sperimentazione ha migliorato le abilità di problem solving degli studenti, facilitato la comprensione e la trasmissione dei concetti, favorito l’acquisizione di competenze trasversali tramite la cooperazione e il confronto tra pari. Inoltre, lavorando in piccoli gruppi, è stato possibile migliorare l’inclusione di studenti meno estroversi, che tipicamente possono sentirsi poco coinvolti in una gestione tradizionale della classe. Se da un lato, la modalità SCALE-UP ha fatto aumentare la percentuale di superamento dell’esame al primo appello, dall’altro alcuni studenti hanno lamentato un alto carico di lavoro durante il semestre.
Riferimenti
[1] Beichner, Robert. “The SCALE-UP Project: a student-centered active learning environment for undergraduate programs.” An invited white paper for the National Academy of Sciences (2008).
[2] Greer, Tyler, et al. “On the effects of active learning environments in computing education.” Proceedings of the 50th ACM Technical Symposium on Computer Science Education (2019).
[3] Lage, Maureen J., Glenn J. Platt, and Michael Treglia. “Inverting the classroom: A gateway to creating an inclusive learning environment.” The Journal of Economic Education 31.1 (2000): 30-43.